Progetto Unesco ID-Stamp – 2° posto per la sede di Augusta
La cultura di un Paese, nei suoi ricordi, nella sua essenza. Il patrimonio artistico, che racconta storie di vita, che dà vita, che è vita, che riflette la storia, ne scrive la traccia. È essenza, dunque, è memoria, che diviene vivida, attraverso le immagini: è il senso profondo del concorso ID-STAMP, organizzato dall’UNESCO Sicilia Sud-Est, nato per promuovere, attraverso la sperimentazione artistica, il senso di appartenenza degli studenti delle classi delle Scuole secondarie di I° e II° grado a una medesima tradizione storica, culturale e civile. Come? Attraverso la realizzazione grafica di francobolli. Il francobollo, nel suo saper evocare, nella grafica che è tutt’uno con la sua forza, sostiene il valore didattico e commemorativo che esso assume nelle varie culture e nella memoria storica di un popolo, ne è asse portante, ne diviene fulcro.
All’interno della struttura penitenziaria di Brucoli questo percorso, sapientemente guidato dalle docenti Loredana Zuccaro e Agata Bonaccorsi del CPIA di Siracusa sede Augusta, ha offerto ad alcuni corsisti reclusi l’opportunità di esprimere il proprio contributo a quella società da cui sono stati in qualche modo ‘estromessi’. Seppure con pochi mezzi a disposizione e tecniche di base – acquerello, matite colorate, chiaro/scuro con matita – nei loro disegni c’è ricordo, c’è lo sguardo al ‘fuori’, alla storia – quasi immobile – che ci conduce al tempo di oggi, quello sospeso e incerto di questi giorni. C’è l’emozione, i luoghi del ricordo, c’è la cultura, ricca – come il Paese che rappresentano – di metafore inattese, di immagini tracciate con rimandi di colore e parole non espresse eppure così palpabili e percepibili in ogni schizzo di colore. Ci sono, dunque, le emozioni, che magicamente si legano a quel patrimonio culturale che è forza, metafora di quei luoghi che rappresentano la vita stessa. Vita che i detenuti possono solo rivivere nel ricordo. Eppure, il loro, è un viaggio bellissimo, tra storia e sentimenti, tra umanità e interiorità, attraverso immagini che hanno il sapore di una cultura che ci parla, ci descrive, ci analizza e ci dà forza al tempo stesso, come solo l’arte sa fare. Un percorso che ha emozionato talmente tanto da meritare il secondo posto al concorso proprio “per l’approccio quasi immaginifico alla rappresentazione della realtà, reso particolarmente interessante dall’utilizzo di campiture piatte di forte impatto cromatico”.
Questo premio per i nostri alunni ‘reclusi’ rappresenta una grande vittoria, non solo come riconoscimento monetario ma, soprattutto, in termini di riscatto sociale. La condivisione di valori identitari comuni, permette di acquisire consapevolezza delle proprie radici, per promuovere una cultura del cambiamento. È proprio questo il senso della scuola in carcere, il senso più profondo che incarna il nostro CPIA.